martedì 29 luglio 2008
Cap. I: Il Battesimo dell'Anima
La concezione del cristianesimo alchemico
Il mito ha un profondo impatto nella coscienza individuale e collettiva. Il mito svolge la funzione psicologica di trasmettere la conoscenza dell'origine della coscienza. Per Piero della Francesca il "Battesimo" è il primo rito di iniziazione che celebra la comprensione dell'avvento della coscienza (il Messia) all'interno di una struttura mentale dominata da fattori subconsci, inconsci e iperconsci (Giovanni Battista). Solo al termine della "Kenosis", ovvero della destrutturazione della coscienza ordinaria modellata dall'educazione religiosa o politica, dai modelli sociali e dal sistema delle credenze individuali e collettive, Giovanni Battista riconosce l'avvento del Cristo, emblema della coscienza transpersonale che può andare oltre i limiti biosocioculturali e i vincoli epigenetici della razza di appartenenza.
La concezione filosofica e psicoanalitica
Il Battesimo alchemico è fondato sulla filosofia del riconoscimento. E' sufficente guardare le immagini per percepire il "Gradiente" di coscienza. Ma per giungere a ciò la filosofia afferma che bisogna uscire dalle paludi del subconscio, dalla selva dell'inconscio e dalla foresta dell'iperconscio e riscoprire i semi di una rinnovata consapevolezza del "Daimon" (temperamento, vocazione, destino) nel modellare le decisioni, le scelte e le non scelte dell'individuo.
James Hilman (Il codice dell'anima, 1998) invita alla "redenzione" la psicologia contemporanea, colpevole di trascurare la visione "romantica" dell'essere in cui convivono bellezza, mistero, estasi, esperienze straordinarie, vocazioni improvvise e inesorabile destino. Anche la neuroscienza riconosce all'io autobiografico (il senso di sé individuale rispetto alla massa) il merito di ricostruire un senso alla vita, di ricercare un significato unitario alle esperienze e individuare i segni di quella "vocazione" che porta a compimento "l'immagine di nascita", il daimon, arteficie del destino dell'anima, in cui si ricompone quell'unicità "che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta." (pag. 23).
Il Battesimo alchemico significa riscoprire la potenza del Daimon, immagine di una divinità oscura non diversa dal Mercurio psicopompo che accompagna le anime nell'inferno della libido scatenata dall'ego.
Oggi viviamo immersi in un mito assurdo, quello "americano/capitalistico/liberale/consumistico", che non appartiene al nostro dna mediterraneo. Ancora molti invidiano l'uomo- eroe che si è fatto da sé, che si è ritagliato il destino da solo con volontà incrollabile. A questo mito si è adeguata la psicologia accademica, scientista e teraupeutica che continua imperterrita a "spronare" l'io- centauro a cercare dentro di sé le redini per controllare il carro e dirigerlo verso il sole, incapace invece di delineare e far emergere il senso della vocazione, "quel mistero fondamentale che sta al centro di ogni vita umana.".
"Prima della nascita, l'anima di ciascuno di noi sceglie una immagine o un disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia è il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto, è lui il portatore del nostro destino.".
La favola della "Bella Addormentata" descrive lo stato millenario di assopimento della coscienza individuale e collettiva rispetto alle verità annunciate dall'immagine di nascita. Una bellissima bambina nasce nella corte del Re e subito vengono convocate le fate madrine: Temperamento/Bellezza (il segno dell'ascendente di nascita), la Vocazione/Ricchezza (il pianeta sull'ascendente di nascita) e il Destino/Felicità (i nodi lunari). Purtroppo la terza madrina viene dimenticata e la maledizione cade sul futuro della Principessa. Punta da un fuso all'età di quindici anni/secoli (metafora di un lavoro autobiografico che improvvisamente si interrompe nella giovinezza) l'anima si addormenta per diciannove anni (il ciclo dei nodi lunari), il tempo necessario per conquistare la sicurezza materiale, ma non la felicità evocata dall'immagine frantumata nello specchio.
La crisi dell'anima è un sonno profondo che coinvolge tutti gli "agenti della consapevolezza" (gli abitanti del castello rappresentano le qualità dell'intelligenza, della sensibilità, della ragione, ecc). Trascorso questo periodo di letargo il Daimon, nelle vesti del principe azzurro, si riaffaccia alle porte della torre e bacia per tre volte la Bella Addormentata.
Il primo bacio risveglia l'anima alle qualità evolutive del temperamento spirituale (l'animus del Gatto degli stivali). Il secondo bacio rivela i segni della vocazione creativa (la creatività di Cenerentola), mentre il terzo, rimuovendo il velenoso "mito" fondato sull'eliminazione razionale di tutti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione della "Bellezza e della Ricchezza" (le matrigne cattive), trasforma i sette omuncoli (i sette nani), metafora dei semi di consapevolezza che l'anima incontra nelle opere generate dall'incoscio collettivo (il bosco), in una chiara comprensione del proprio destino (il matrimonio di Biancaneve/anima psichica con il Principe/Daimon).
Dalle favole si impara una tecnica che gli artisti del Rinascimento fecero propria: l'immaginazione creativa posta al servizio dell'anima ha il potere di risvegliare la coscienza dal sonno dell'omologazione. Spesso gli artisti realizzavano opere "autobiografiche" per mantenere il contatto con il Daimon interiore, scoprendo così di ricevere da esso amore, protezione e conoscenza. A questo divino potere creativo, dionisiaco e trascendente, diedero il nome in codice di "Provvidenza Divina" , "Tempesta" e "Madre Misericordiosa
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