giovedì 31 luglio 2008
La Kènosi laica
La Kènosi si configura sostanzialmente come un atto di rinuncia. Il cammino religioso concepisce la Kènosi come iniziazione che precede l'esperienza, mentre il "cammino laico/artistico" descrive la rinuncia al nome, all'individualità morale, all'identificazione sessuale relazionale e allo status sociale come conseguenza di azioni compiute durante fasi progressive di esperienza e quindi di iniziazione alla Realtà, alla Verità e alla Bellezza.
Povertà, umiltà e castità, espressioni forti della Kènosi francescana propedeutica alla nascita di una nuova purezza di intenzioni (il Bambino Gesù a Betlemme), si esplicitano invece nell'arte (e nella vita) in forme così varie ed eterogenee da apparire sempre nuove e sorprendenti. Sul versante laico esistono infatti molte "fasi" di rinuncia attuate attraverso esperienze di annullamento delle speranze e di vanificazione delle illusioni provocate da rapporti conflittuali con la Realtà.
L'esperienza è spesso traumatica. La fine delle illusioni provoca un immediato risveglio dell'anima nel sistema sensoriale (Pinocchio), della coscienza di sè all'interno della struttura mentale (Il figliol prodigo) e dell'intelletto artistico intuitivo nella dimensione culturale e spirituale di riferimento (Giovanni Battista). Quasi tutti sperimentano le delusioni, le amarezze e i fallimenti provocati non tanto da una nostra incapacità di fare bene le cose, quanto piuttosto dall'incapacità di interpretare la Realtà dei fatti (l'albero dei desideri), di decodificare le Verità simboliche (la condivisione delle ghiande con i porci) e di rappresentare la Bellezza ispirata dallo Spirito del Tempo (la bellissima e sensuale danza di Salomè).
Quanti di noi hanno incontrato sul proprio cammino il "Gatto e la Volpe", ovvero situazioni o persone che ci hanno convinto a investire denaro, tempo e talento sotto un immaginario albero dei desideri esauditi? La realtà è dominata da coloro che incrociano i fatti con le informazioni, le analisi con le conoscenze acquisite, l'opportunismo con la furbizia. Non si può apprendere l'arte di diventare ricchi o di avere successo in amore o nel lavoro seguendo corsi di formazione, di pensiero positivo o di immaginazione creativa. Il trauma di aver perso denaro, di aver investito tempo in persone sbagliate o di essere stati sfruttati nel proprio talento, è già di per se stesso un elemento della Kènosi laica contemporanea. L'effetto immediato è la sensazione di essere "feriti" nell'amor proprio e di "sanguinare" accompagnata dalla rabbia di essere stati ingenui, creduloni, ottusi e ciechi.
Pinocchio impara la lezione, risveglia l'anima e inizia a comunicare con fata turchina (l'amor di sè), producendo un diverso metabolismo della pulsione psichica nel cervello.
Un'altra storia emblematica della Kènosi è quella descritta dalla parabola del figliol prodigo, ampiamente analizzata e studiata dagli artisti, da Durer,Rubens fino a Chagall.
L'anima psichica chiede al padre di evolvere al di fuori della morale, dei costumi sociali e delal cultura di riferimento (i tre fratelli che rimangono nella casa paterna dipinti da Rubens). Ottiene dal padre la propria parte "maschile" (risorse materiali, fisiche, mentali e creative) e si getta nelle esperienze al fine di scoprire la propria parte femminile (anima, coscienza e intelletto intuitivo). In questo processo di dissipazione delle energia maschili si intravede la Kènosi dell'identificazione con le caratteristiche individuali, sessuali, materiali e sociali che contraddistinguono l'ego cogito cartesiano. Penso e rifletto la realtà esprimendo verità che dipendono dalla situazione sociale, culturale, professionale e religiosa/politica in cui mi voglio collocare. Lo status economico e sociale dell'individuo che si identifica in quanto appartenente a un gruppo, un ceto o una culto particolare, è un "porcile" in cui i maiali condividono le stesse ghiande, metafora di un unico sistema di "alimentazione culturale" in grado di omologare azioni, pensieri e sentimenti.
Il figliol prodigo non vi finisce per disperazione e indigenza, ma a conclusione di un processo di autoespressione creativa dei talenti corporei, delle abilità della mente e delle qualità dell'anima che certamente non gli sono sufficienti per avere successo nella vita. La Kènosi descritta dalla parabola si conclude con un ritorno nelal casa paterna (la razionalità evolutiva dei saggi), metafora dell'avvenuta "incarnazione" della coscienza all'interno della mente influenzata dai sistemi sociali di omologazione (educazione, istruzione, cultura, religione, ecc).
Il Padre sacrifica un vitello per festeggiare l'esperienza creativa del figlio, libero dalle illusioni generate dall'anima psichica e affrancato dai modelli culturali e spirituali proiettati dal conformismo di massa.
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